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Diario del mandorlo Riduci
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Mandorlo Riduci
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Commento dei padri della chiesa  Riduci

v. 2 “Nella prosperità e nell’avversità, lode a Dio! Il pensiero di Dio, una volta scolpito in lui, dimora in lui e può essere chiamato lode continua” (Basilio).

L’umile benedice il Signore in ogni tempo” (Agostino).

v. 4 “Non vuole cantare da solo la sua lode, invita tutti quelli che come lui beneficiano della misericordia del Signore” (Atanasio).

Non vuole essere solo ad amare Dio. Volete che si condivida con voi l’amore per un attore o uno sportivo e non esortate i vostri fratelli ad amare Dio! Trascinate dietro di voi quanti potete, trascinateli verso l’amore!” (Agostino). 

v. 6 “Ci accostiamo con una vita retta e siamo illuminati dalla conoscenza spirituale” (Origene).

Chiama quelli che sono seduti nelle tenebre e nell’ombra della morte (cfr Is 9,2)” (Cirillo d’Alessandria).

v. 7 “Questo povero è il Cristo che si è fatto povero per noi; e tutti quelli che dopo di lui si sono fatti poveri per Dio” (Basilio).

v. 8 “L’angelo è nostro Signore Gesù Cristo in persona” (Agostino).

È certo che quanti temono Dio, sono custoditi dagli angeli” (Girolamo).

v. 9 “Il Signore si gusta per mezzo della fede, si assapora contemplandolo” (Origene).

Sulla terra partecipiamo al pane della vita; in cielo i beati ne godono con pienezza e perfettamente” (Eusebio).

Gustate il vero pane venuto dal cielo, che dà la vita al mondo” (Atanasio). 

Beato l’uomo che resiste grazie alla sua speranza fissa in Dio” (Eusebio).

Per sperare in Dio bisogna abituarsi a gustare la verità” (Beda).

v. 13 “Non cercare giorni felici quaggiù, ma in un’altra terra” (Agostino).

v. 15 “Il Cristo è la nostra pace (Ef 2,4). Seguirlo fino alla fine vuol dire seguirlo fino alla croce (Fil 2,8)” (Girolamo).

Il Cristo è la nostra pace. Il Signore non ci ha promesso la pace in terra; abbraccerai questa pace quando sarai risorto con lui” (Agostino).

v. 16 “Il Signore ci guarda come un buon padre guarda i suoi figli” (Girolamo). 

v. 17 “In questo caso è un volto pieno di sdegno. Il Signore cancella il ricordo del peccato, cioè sradica il peccato e pianta le radici della sua benevolenza” (Girolamo). 

v. 19 “Il Signore è al di sopra di tutto: se ti innalzi, non lo raggiungi; se ti abbassi, si china verso di te” (Agostino). 

v. 20 “Chi non soffre non è un giusto” (Girolamo).

Dio manda molte prove a tutti i giusti. Col pungiglione della prova Dio li custodisce nell’umiltà o mette alla prova la loro pazienza” (Baldovino di Ford).

v. 21 “Neppure uno delle sue ossa sarà spezzato: è il Cristo sulla croce” (Agostino).

v. 22 “Questo giusto è il Cristo” (Agostino, Girolamo, Beda).

v. 23 “Il Signore ci riscatta ogni giorno dalla morte eterna e resterà con noi fino alla fine del mondo” (Girolamo).

 

 

 

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Camomilla Riduci

CAMOMILLA


La camomilla ha ispirato da sempre il simbolo della forza nelle avversità. Nell'antichità i giardinieri avevano l'abitudine di piantare della camomilla vicino a piante debilitate e sofferenti al fine di rafforzarsi e da qui probabilmente è derivato il suo significato. La camomilla indica anche la calma e la pazienza. Il fatto che la camomilla sia il simbolo della forza nelle avversità e contemporaneamente della calma ne è testimonianza il fatto che nella tomba di Ramset II sono state trovate tracce di polline di camomilla probabilmente messe lì per dare al faraone la forza e la calma per affrontare il viaggio verso l'altra vita.

Un vecchio proverbio consiglia di affrontare la vita "come fa un tappeto di camomilla, che più è calpestato e più si propaga". In questo è simile alla margherita.

 

Spunti tratti da :LA PAZIENZA, UNA VIRTU’ POCO ESPLORATA ( Elaborazione nello sfondo cristiano di Renzo Ronca da varie fonti)

 

La pazienza è una disposizione d’animo legata al tempo e ad una attesa. La persona impaziente infatti non sa aspettare e reagisce di fronte alle difficoltà con l’impulsività aggressiva o con la fuga. Tra la fuga e la lotta, la pazienza si pone come terza via, la più difficile.

La pazienza non va confusa con la rassegnazione, che è una rinuncia, un ripiegamento, una resa passiva, spesso priva di speranza, che non ha nulla da attendere.

La pazienza è l’atto di una volontà forte che controlla pensieri ed azioni mantenendo in sé la speranza della realizzazione di un obiettivo con grande tenacia.

La fede dà questa speranza a noi cristiani, che “buca” il futuro, facendoci intravedere l’arcobaleno un poco più avanti e dando un senso alle difficoltà ed alle sofferenze della vita presente.

Il sapere per mezzo della fede, ci trasmette la consapevolezza. Attraverso la consapevolezza sappiamo coscientemente che non è vano il nostro soffrire e che questa sofferenza è momentanea.

La pazienza non è passiva. Pensiamo a Giobbe: è una persona che arriva a contestare Dio, discute e lotta con Lui, presenta le sue ragioni. Poi di fronte alla presenza di Dio ed alle sue argomentazioni, si ridimensiona e si umilia. Ma la sua umiltà non è un’obbedienza cieca e automatica, è il frutto di una dura lotta interiore e di una elaborazione razionale-spirituale.

La pazienza è la forza attenta di chi sa gestire situazioni diverse senza perdere la calma e la speranza.

La capacità e l’intelligenza di saper mettere in pratica la pazienza, ancora oggi ci pare più femminile che maschile (pensiamo al simbolico personaggio di Penelope); questo probabilmente per una educazione errata di dipendenza da un sistema maschilista, ma anche per una capacità fisica maggiore di resistenza al dolore in vista del parto e delle cure ai figli.

C’è infatti un collegamento tra pazienza e sofferenza:

La parola pazienza ha origine dal latino volgare ‘patire’ (cfr. il greco pathein e pathos, dolore corporale e spirituale). La pazienza è una qualità e un atteggiamento interiore proprio di chi accetta il dolore, le difficoltà, le avversità, le molestie, le controversie, la morte, con animo sereno e con tranquillità, controllando la propria emotività e perseverando nelle azioni. È la necessaria calma, costanza, assiduità, applicazione senza sosta nel fare un'opera o una qualsiasi impresa”. [wikipedia]

 

Perle

 

Le cose umane si devono sopportare.

Cicerone

 

Quando abbiamo operato ciò che dobbiamo,

sopportiamo con moderazione ciò che avviene.

 

Cicerone

 

E’ legge comune alla condizione umana, come il fuoco prova l’oro, così le avversità provano l’uomo. La vita è intessuta di cose prospere e di cose avverse: sta all’uomo il saper affrontare con serenità le una e le altre.

Un detto latino dice: Dopo le nuvole il sole.

 

Quando ho piantato il mio dolore nel campo della pazienza, mi ha dato il frutto della felicità. Kahlil Gibran

 

Perdere la pazienza significa perdere la battaglia.” Gandhi

 

Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere.”

San Tommaso Moro

 

- Il Signore guidi i vostri cuori all'amore di Dio e alla pazienza di Cristo. 2Tessalonicesi 3,5

Non vi rattristate come quelli che non hanno speranza. 1Tessalonicesi 4,1

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Salmi Riduci

SALMO 34 (33)

Lode alla giustizia divina. L’autore si rivela autobiograficamente come uno dei “poveri del Signore”. I “poveri” sono coloro che temono Dio, ossia credono in lui, coloro che cercano il Signore e si rifugiano in lui, coloro che il salmo chiama “santi” e “giusti”. Il salmo è espressione di un atteggiamento radicale di fiducia e di abbandono in Dio. È un testo percorso dall’entusiasmo di chi si sente amato dal Signore e vuole che tutti sperimentino la gioia della fede, unica certezza in un mondo falso. Questo salmo è un preludio alla beatitudine evangelica della povertà e della fede cristiana in un Dio Padre a cui ci si abbandona con totale fiducia. Nella fiducia in Dio l’orante ha trovato il porto sicuro che l’ha liberato dalle tempeste della prova. L’abbandono in Dio è sempre sorgente di gioia e di pace.

SALMO 34

-Di Davide, quando si finse pazzo in presenza di Abimelech e, da lui scacciato, se ne andò.-

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.

Io mi glorio nel Signore, ascoltino gli umili e si rallegrino.

Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.

 

Ho cercato il Signore e mi ha risposto e da ogni timore mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti.

 

Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva.

 

Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia.

Temete il Signore, suoi santi, nulla manca a coloro che lo temono.

I ricchi impoveriscono e hanno fame, ma chi cerca il Signore non manca di nulla.

 

Venite, figli, ascoltatemi; v’insegnerò il timore del Signore.

C’è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene?

 

Preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde.

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca la pace e perseguila.

 

Gli occhi del Signore sui giusti, suoi orecchi al loro grido di aiuto.

Il volto del Signore contro i malfattori, per cancellarne dalla terra il ricordo.

 

Gridano e il Signore li ascolta, li salva da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, egli salva gli spiriti affranti.

 

Molte sono le sventure del giusto, ma lo libera da tutte il Signore.

Preserva tutte le sue ossa, neppure uno sarà spezzato.

La malizia uccide l’empio e chi odia il giusto sarà punito.

Il Signore riscatta la vita dei suoi servi, chi in lui si rifugia non sarà condannato.

Preghiamo. Signore Gesù, che ti sei rivestito della nostra infermità per essere vicino a chi ha il cuore ferito e lo spirito affranto, ascolta il gemito dei poveri e degli umili che in te si rifugiano: fa che possiamo gustare e vedere quanto sei buono.

 

 

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