La scuola di formazione teologica
Dal 2010 al 2013 ho frequentato la scuola di formazione teologica di Treviso. Uno dei corsi che ho seguito è stato un corso monografico sul vangelo di Giovanni. Un corso breve. Solo una decina di ore. Tenuto da don Antonio Marangon illustre biblista e mio professore favorito.
Durante una pausa della lezione sono andato a fargli una domanda. C’ è qualcosa nel vangelo di Giovanni che mi disturba. Perchè ci sono tante ripetizioni (io vado al padre...il padre ha mandato me.. tutto quello che ho viene dal padre…) ? Perchè all’ interno del testo ci sono queste specie di ritornelli?
Don Antonio mi ha risposto che non gli risultava che ci fossero queste cose, ma se io le sentivo dovevo sicuramente approfondire perché voleva dire che c’era un messaggio “per me”.
Illuminazione
Nell’autunno del 2015 ero ad una messa serale , ero riuscito ad arrivare un po’ in aticipo e c’era un’adorazione eucaristica. Era stata introdotta da una lettura sul “pane di vita” tratto dal vangelo di Giovanni. Ancora ritornelli…. Nella preghiera ho chiesto chiarimenti e sono arrivati!
Ho visto una specie di mosaico o forse meglio una grande vetrata. Ma non si capiva cosa vi era raffigurato. Avvicinandomi cercando di mettere a fuoco i dettagli ho visto che era una specie di sfera da discoteca anni 70. Uno specchio rotto! Ecco cos’è!
Ogni pezzo è autonomo e racconta la sua storia, il suo punto di vista. Messi vicini fanno un po’ di confusione ma l’immagine che riflettono è la stessa.
La chiave è trovata: è una narrazione costituita fondamentalmente dall’accostamento di testimonianze e punti di vista singoli. E’ un coro polifonico che canta la stessa canzone.
Dipanare le voci
Capito che ci sono delle voci bisogna iniziare a distinguerle.
Mi sono estratto dei testi che secondo me sono rappresentativi ed ho iniziato a dare dei nomi alle voci come in un copione teatrale.
Non viene chiaro subito perché il 1 capitolo col prologo spiazza: se non hai già acquisito la chiave di lettura non è facile.
Nei capitoli successivi comincia ad essere più evidente. C’è sempre un narratore che però copre una parte esigua del testo, probabilmente inferiore al 10%. Il resto è fatto di comparse, personaggie e sopratutto Gesù che parla tantissimo.
E’ Gesù il vero mistero. Perchè è nei suoi discorsi che trovo quei famosi ritornelli. Confrontando testi diversi mi sembra di scorgere una struttura che si ripete. Le parole di Gesù anche se accostate in frasi adiacenti esprimono punti di vista diversi
1) il Gesù storico: l’uomo di fronte alle persone concrete a cui sta parlando nell’episodio del vangelo
2) l’amico: la persona che vuole bene e che cerca di svelare cosa vuol dire per chi lo sta ascoltando. Cerca di chiarire le parole e la situazione alla luce del rapporto personale di amicizia che c’è con lui
3) Dio: riporta il discorso ad un livello più alto spirituale sviscerandone i significati profondi
Il testo è scritto intrecciando questi tre punti di vista in un’alternanza costante. Da voce alla trinità!
Scelta dei testi
Ho cercato di scegliere i testi che maggiormente evidenziano quanto ho detto. In particolare mi sembra che si sentano con maggior evidenza nel discorso finale cioè i capitoli 14\15\16\17
Alla luce di questo anche gli altri capitoli scorrono molto più chiaramente per arrivare al prologo che acquista uno spessore ed un’armonia nuova.